Il vischio è una pianta sempreverde epifita emiparassita di numerosi alberi ospiti, in particolare conifere e alcune latifoglie.

É diffuso fino a circa 1200 m di quota in tutte le regioni italiane e da febbraio a maggio, passeggiando tra i boschi, si possono ammirare verdi cespugli sui rami con piccoli fiori verde chiaro.

Il nome di questa pianta deriva dal latino “viscum” che significa viscoso (per via della polpa) e da “albus” cioè bianco, dal colore delle sue bacche.

Durante l’inverno gli uccelli si cibano di queste piccole bacche e diffondono i semi sui rami degli alberi con le loro deiezioni. In questo modo i semi inizieranno a germinare dando vita a una nuova piantina.

Ma se per gli uccelli è risorsa importante per gli uomini è tossica, nonostante fosse utilizzata nella medicina popolare per la cura della gotta oppure come diuretico, antiepilettico o per ridurre il battito cardiaco.

Il vischio è una pianta che da tempo si accompagna alla storia dell’uomo. Numerosi sono i miti che ne parlano e a questa sono legati molti simbolismi.

Il vischio e gli innamorati: tossico tirabaci

Un’ usanza del periodo natalizio vuole che gli innamorati debbano baciarsi quando si trovino a passare sotto una pianta di vischio.
Ma da dove nasce questa tradizione? La leggenda è legata alla mitologia norrena e alla morte di uno dei figli di Odino e Frigg, il dio della luce Baldur. La dea Frigg, per proteggere il figlio dalla morte ed assicurargli l’immortalità, fece promettere a tutti gli elementi del creato di non nuocere mai in nessuna maniera a Baldur. Ma Frigg si dimenticò di una piccola piantina, il vischio. Il dio Loki, invidioso di tanta benevolenza, fabbricò una freccia di legno di vischio e la fece scoccare al dio cieco Höôr: la freccia colpì al petto il dio Baldur e lo uccise all’istante.


La dea Frigg, addolorata per la perdita del figlio, pianse sul suo corpo e le lacrime, cadendo sulla freccia di vischio, si trasformarono in bacche color perla che riportarono in vita Baldur. Da quel giorno, come ringraziamento per questa rinascita, la dea Frigg baciava chiunque si trovasse a passare sotto una pianta di vischio, augurando pace e amore.

Ancora oggi in molti paesi nordici è considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio e si usa baciarsi sotto il vischio per salutare l’arrivo del nuovo anno.

Ma a causa della tossicità delle sue bacche, il vischio è entrato nel parlare comune anche con un’accezione negativa. Il termine invischiato, infatti, significa “restare coinvolto in situazioni dalle quali è poi difficile liberarsi” (Enciclopedia Treccani). E non è anche questo essere innamorati?

Oggi, nel giorno dedicato all’amore, vi auguriamo che passeggiando tra i boschi con la persona che amate, possiate incontrare una piantina di vischio sotto cui potervi scambiare un romantico bacio, portatore di pace e amore.